Via Crucis, Parola di Dio, storia e preghiera
Durante il Tempo della Quaresima, numerosi sono i riti che testimoniano e introducono alla gioia della Resurrezione. Uno dei passi più importanti che la comunità cattolica vive intensamente soprattutto durante il venerdì Santo, è la Via Crucis, denominata anche via della Croce o via del Dolore.
Per questo tutti i Venerdì di Quaresima alle ore 17:00 celebriamo la Via Crucis in parrocchia.
La Via Crucis ha radici molto profonde che attraversano il tempo. È un rito che intreccia Parola di Dio, storia e preghiera. Richiama l’ultimo tratto del cammino percorso da Gesù durante la sua vita terrena: da quando egli e i suoi discepoli, «dopo aver cantato l’inno, uscirono verso il monte degli ulivi» (Mc 14, 26), fino a quando il Signore fu condotto al «luogo del Golgota» (Mc 15, 26), fu crocifisso e sepolto.
Alcuni fanno risalire la storia di questa devozione alle visite di Maria, madre di Gesù, presso i luoghi della Passione a Gerusalemme, ma la maggior parte degli storici riconosce l’inizio della specifica devozione a Francesco d’Assisi o alla tradizione francescana. Intorno al 1294, Rinaldo di Monte Crucis, frate domenicano, racconta la sua salita al Santo Sepolcro “per viam, per quam ascendit Christus, baiulans sibi crucem”, per varie tappe, che chiama stationes: il luogo della condanna a morte di Gesù, l’incontro con le pie donne, la consegna della croce a Simone di Cirene, e gli altri episodi della Passione fino alla morte di Gesù sulla Croce.
In origine
Originariamente la vera Via Crucis comportava la necessità di recarsi materialmente in visita presso i luoghi dove Gesù aveva sofferto ed era stato messo a morte. Dal momento che un tale pellegrinaggio era impossibile per molti, la rappresentazione delle stazioni nelle chiese rappresentò un modo di portare idealmente a Gerusalemme ciascun credente. Tale pratica popolare venne diffusa dai pellegrini di ritorno dalla Terrasanta e principalmente dai Minori Francescani che, dal 1342, avevano la custodia dei Luoghi Santi di Palestina. Inizialmente la Via Crucis come serie di quattordici “quadri” disposti nello stesso ordine si diffonde in Spagna nella prima metà del XVII secolo e venne istituita esclusivamente nelle chiese dei Minori Osservanti e Riformati.
Successivamente Clemente XII estese, nel 1731, la facoltà di istituire la Via Crucis anche nelle altre chiese mantenendo il privilegio della sua istituzione al solo ordine francescano.
La collocazione delle stazioni all’interno della chiesa doveva rispondere a norme di simmetria ed equidistanza: il corretto espletamento delle pratiche devozionali consentiva di acquisire le stesse indulgenze concesse visitando tutti i Luoghi Santi di Gerusalemme.
Oggi tutte le chiese cattoliche dispongono di una “via dolorosa”, o almeno di una sequenza murale interna. Il numero e nomi delle stazioni cambiarono radicalmente in diverse occasioni nella storia della devozione, sebbene l’elenco corrente di quattordici stazioni ora sia quasi universalmente accettato.
La 15^ stazione
Nel corso degli anni, la tradizione cattolica decise di terminare la Via Dolorosa con una quindicesima stazione, la Risurrezione di Gesù. Essa rappresenta il continuum della storia che ci conduce alla celebrazione di luce della Pasqua. Ed è proprio in quest’ultima stazione che si trova il vero messaggio e la certezza della Fede, ossia che Gesù è veramente risorto.
L’ultimo tratto del cammino è indicibilmente duro e doloroso. Ogni passo di Gesù è momento di avvicinamento all’attuazione piena del disegno salvifico: all’ora del perdono universale (cf. Lc 23, 34), della ferita del Cuore – apertura di inesauribile sorgente di grazia – (cf. Gv 19, 34), dell’immolazione del vero Agnello pasquale (cf. Gv 19, 36). Ogni sofferenza di Gesù è seme di gioia futura per l’umanità, e ogni scherno è premessa di gloria.