“È apparsa la grazia di Dio, che porta salvezza a tutti gli uomini”. Ecco la gioiosa notizia. Ma chi se ne accorge?… I pastori accolgono l’invito, sono umili pastori, povera gente, emarginati. A loro sono inviati gli angeli: “Vi annuncio una grande gioia che sarà per tutto il popolo”. La gloria di Dio è un bambino in fasce. Entra nel silenzio e nella povertà, ed è subito rifiutato: “non c’era posto per loro…” È una nascita precaria, in condizioni precarie, lontana dalla propria casa. Le ragioni, le scuse, i pretesti non mancano per rifiutare quel figlio che sta per nascere a due giovani sposi. Rifiutandolo, essi non accolgono il Figlio di Dio. Rifiutare colui che ci interpella, povero materiale o spirituale che sia, è chiudere fuori dalla nostra vita Dio stesso. Celebrare la nascita del Figlio di Dio è saperlo accogliere tra coloro che sono i poveri e gli scartati di oggi. Dio, in Cristo, ha scelto di stare dalla parte dei poveri. Natale è tornare a Betlemme, alla semplicità ed alla essenzialità, alla purezza delle nostre origini. Basta così poco per essere felici!
Il Vangelo ci racconta di un bambino che conosce i limiti e le emozioni come noi tutti. È il Verbo eterno che si è fatto carne, come noi. È il sorriso e la tenerezza di Dio che si è fatto visibile. Ci fa comprendere il valore infinito e la dignità della nostra umanità, sia essa sana o malata, giovane o anziana.
Dio ha scelto non i potenti o i sapienti di questo mondo, ma i deboli, gli ultimi. A tutti viene a portare la pace, quella vera, la gioia e la giustizia che abita nel cuore di chi lo accoglie come un dono. Il vero e autentico dono. Noi uomini e donne del terzo millennio abbiamo ancora bisogno di Gesù, per uscire dal nostro egoismo, individualismo, dalla nostra superficialità e dal pessimismo che uccide la Speranza.
Ascoltiamo alcune espressioni del grande S. Leone Magno: “Natale: Dio si fa uomo perché ha stima dell’uomo… Non lo dà per perduto: non lo abbandona alla fatalità e alla disperazione del male… Viene a dire a ognuno di noi: sono come te: Come te comincio l’avventura di uomo… come te sognerò un mondo diverso e con te resisterò a sognare, nonostante tutto… È un Dio innamorato dell’uomo a tal punto che annienta la sua divinità, si nasconde nella carne di un bimbo, prende un volto tra innumerevoli volti.. Non viene come giudizio, che condanna e separa. Porta e offre perdono, riconciliazione… Il Signore viene anche per me: Allora non sono più disperato, abbandonato, insignificante. Ha stima anche di me…Lui mi ama e mi stima, perché sa che ho bisogno soprattutto di essere amato e salvato”.
In questo tempo particolarmente difficile e drammatico, di limitazioni e di sofferenza, a causa delle conseguenze della pandemia, giunga a tutti voi, carissime famiglie, giovani, anziani, ammalati, fratelli e sorelle tutti l’augurio più sincero di un sereno Santo Natale nel Divino bambino, vera Luce e vera Speranza del mondo.