In cammino verso la Pasqua
Abbiamo iniziato già da qualche giorno il tempo della quaresima: tempo forte perché ci aiuta a preparaci alla celebrazione della pasqua con la preghiera, l’ascolto della Parola, la penitenza e le opere di carità.
Il cammino quaresimale può essere scandito da 7 espressioni tutte con la lettera P.
La prima espressione è Peccato: la consapevolezza del peccato è il punto di partenza del nostro cammino. Il peccato è aderire al male quando ci lasciamo vincere dalle tentazioni. Essere peccatori è la nostra condanna, la consapevolezza di esserlo è la nostra salvezza perché Gesù non è venuto per i giusti ma per i peccatori. Anche il Signore ha subito l’esperienza della tentazione: in noi anche lui è stato tentato, ma in lui noi abbiamo vinto.
La seconda P rimanda al Pentimento: l’esperienza dell’amore misericordioso e benigno del Signore, tardo all’ira e ricco di grazia che non vuole la morte del peccatore ma che si converta e viva, ci deve lasciare così sconvolti da farci rientrare in noi stessi per ritrovare la dignità perduta a causa del peccato. Il pentimento nasce da tutto ciò.
La Parola illumina il cammino del pentimento perché confrontandoci con essa, ci poniamo davanti allo specchio della nostra anima: scorgiamo l’immagine di Dio e quello che siamo davvero noi cioè figli peccatori ma salvati.
Con la Preghiera invochiamo dal Padre misericordioso la possibilità di tornare nella sua casa dopo aver sperimentato la dissolutezza della nostra vita lontano da lui. La preghiera continua è la consapevolezza di essere sempre alla presenza di Dio per lodarlo, ringraziarlo, chiedendo di perdonare i nostri peccati e di sostenerci nel momento della tentazione.
Il Signore, incontrato nella preghiera e ascoltato nella Parola, non aspetta altro che donarci il Perdono. Egli ci ha amati per primo mentre ancora eravamo peccatori donandoci il suo Figlio perché la nostra vita potesse ricevere gratuitamente la possibilità di ricominciare nuovamente. Il dono della misericordia divina non è una costrizione, è necessario fare un primo passo, anche se piccolo, che esprima la nostra volontà di ricevere questo dono manifestazione della volontà divina di ricostituire con noi un’alleanza nuova fondata sull’amore. È nel sacramento della riconciliazione che possiamo attingere alla fonte della misericordia divina, aperta per sempre dalla lancia quel venerdì sulla croce.
La Penitenza, che non è solamente non mangiare carne o dire qualche “ave Maria”, è l’espressione concreta della nostra volontà di convertirci. La conversione è un mutamento che non cessa di compiersi per questo richiede un continuo impegno fatto di gesti e atteggiamenti concreti. La conversione nasce dall’amore ricevuto gratuitamente, ed è espressione di una corrispondenza a questo dono; essa non è un’impresa etica di cui vantarsi, non ha nulla dello sforzo titanico e solitario, nulla di perfezionistico, di eroico: è il cambiamento di pensiero e di condotta che si intraprende insieme ai fratelli in vista di un incontro, di una liberazione piena che ci permette di incontrare finalmente Dio nell’uomo e nell’uomo Dio.
Il Pane eucaristico è il nutrimento che ci sostiene nel cammino lungo la via del deserto per giungere alla meta: la Pasqua.
La celebrazione della Pasqua non è solo un fatto commemorativo, è un evento che mi raggiunge a partire dal giorno del mio battesimo. Con Cristo sono morto e sono stato sepolto, con lui rinasco a vita nuova. La risurrezione, risposta amorosa del Padre al Figlio obbediente fino alla morte di croce, è il punto il fondamento della nostra fede e della nostra speranza; speranza che siamo chiamati a testimoniare con la nostra vita aprendoci alla vittoria nascostamente operante della Pasqua.